L'UOMO SENZA PAURA
N° 31
(PARTE
PRIMA)
Di Carlo Monni
New York, la Grande Mela, la città che non
dorme mai, una città ferita. Alcuni si chiedono come possa essere possibile in
una città che ha visto di tutto: un'enorme tsunami, un gigantesco mostro
marino, l’arrivo del Super Skrull, l’invasione da parte della forze di
Atlantide, la venuta di Galactus, la Guerra dei Mondi, l’Inferno in terra. Ogni
volta, la città ha superato il trauma; allora perché quello spiazzo vuoto,
dove, un tempo, sorgevano le Torri Gemelle è una ferita ancora aperta nel suo
cuore ed in quello di tutta la nazione? Forse la risposta sta tutta nella
“normalità” del dramma. Gli Atlantidi, gli alieni, gli aspiranti conquistatori
del mondo con o senza armatura sono sempre stati qualcosa di lontano, un corpo
estraneo, qualcosa dopo il cui passaggio, le cose riprendevano il loro corso
abituale, ma questo… qui non c’entrano superpoteri, no c’è solo la pura,
semplice, assurda malvagità dell’uomo ed è duro renderti conto che puoi
respingere un’invasione aliena e non puoi fare niente per questo. La città
continua a non dormire mai, ma è divenuta più nervosa, più diffidente e
guardinga, ha paura ed oggi la sua paura si concretizzerà ancora una volta.
Il mio nome è Ben
Urich e sono un giornalista e questa… questa è una nuova storia.
È uno dei più importanti eventi della stagione
musicale di New York: una riunione di famosi gruppi rock da tutta la nazione al
Radio City Music Hall di New York; un’occasione ghiotta, che ha fatto vendere
quasi tutti i biglietti. Il pubblico? Uomini e donne che hanno più di 40 anni
desiderosi di passare una serata con i musicisti che li incantarono da giovani
o ragazzi giovanissimi ansiosi di vedere dal vivo gli idoli del momento. Non
mancano nemmeno i bambini, per una volta tanto autorizzati a stare alzati sino
a tardi e, forse, più eccitati per questo che per il concerto. Nessuno ha
pensieri di morte o disgrazia…quasi nessuno.
L’esplosione avviene alle 23, squassando il
teatro Il boato è udito ad isolati di distanza; l’onda d'urto distrugge tutti i
vetri del teatro e quelli dei palazzi circostanti, abbatte le insegne nelle
strade al di fuori. Alcune auto sulla strada volano letteralmente via come
fuscelli, altre sbandano con effetti disastrosi; l’onda di calore si propaga
all’intorno, mentre lingue di fuoco si levano alte Il tutto avviene in pochi
secondi o in un eternità, dipende dal vostro punto di vista: quanto è lunga
l’agonia di un essere umano?
La macchina dei soccorsi si mette in moto
immediatamente. In pochi minuti si odono le sirene dei mezzi dei vigili del
fuoco e quelle delle auto della Polizia.
Il Detective di 2° Grado Quentin Chase
era di turno da solo in Sala Agenti quando è arrivata la segnalazione del 911[1] e non ha perso tempo, è saltato in macchina
ed è arrivato sul posto, dove ha trovato già tre auto di pattuglia.
-Che è successo Charlie?- chiede ad un Agente di Pattuglia che sta
facendo del suo meglio per tenere a bada la folla che, anche a quell’ora si è
subito radunata
-Oh sei tu Chase?- risponde Charlie Stafford, un agente con oltre 20
anni di servizio sulle spalle –Se lo chiedi a me, direi che è stata una bomba,
forse più d’una. Ha fatto fuori un sacco di gente credo, i paramedici si stanno
già dando da fare.-
Chase si guarda
intorno, poi, cautamente avanza verso l’ingresso squarciato del Radio City
Music Hall. Una convinzione comincia a formarsi dentro di lui: questo non è un
altro capitolo della guerra tra gang esplosa di recente in città,[2] ma
qualcosa di molto peggio, qualcosa con cui questa città ha già avuto a che
fare. Si ferma di fronte ad un uomo con l’uniforme di Vigile del Fuoco
-Mi scusi, sono il Detective Chase di Midtown Nord – si presenta –Avete
già idea di quello che è stato a combinare questo… beh questo casino?-
–Sono il Tenente Patrick Kelly…- si presenta l’altro e, se me lo
chiede….Beh non so se è stata un’autobomba o un ordigno piazzato da qualche
parte, ma può scommetterci che è un attentato.-
Proprio ciò che non
voleva sentire. Questo significa guai grossi, per non parlare di una tonnellata
di telefonate da fare.
Quentin Chase telefona
al Tenente che comanda la Squadra dei Detectives del suo distretto e lui
telefona al Capitano.
Rafael Scarfe è un veterano che ne ha
viste tante, troppe, compresa una buona razione di supercriminali. Non impreca
più di tanto quando viene svegliato, ma afferra al volo la situazione e fa qual
che deve fare
La catena di
telefonate continua. Scarfe chiama L’Ufficiale Comandante dei Detectives di
Manhattan; poi questi chiama il Capo del Detective Bureau, che chiama il Capo
del Dipartimento, che chiama il Vice Commissario Antiterrorismo ed a
quest’ultimo spetta l’ingrato compito di chiamare il Commissario in persona.
Arthur Stacy è pronto
a rispondere al telefono quando apprende la risposta, gli sfugge
un’imprecazione.
-Esattamente quello che penso anch’io, signore.- commenta il Vice
Commissario Antiterrorismo.
-Sarò sul luogo al più presto, ci incontriamo lì Michael?-
-Sto già
andando lì Signore.-
-Bene, penso
io a telefonare al Sindaco, se non l’ha già saputo, lei avverta il Procuratore
Distrettuale e quello Federale, a dopo.-
Un attentato, un’altra ferita per la
sua città. Stacy scuote la testa e compone
il numero di Gracie Mansion.
2.
Connie
Ferrari sperava in una notte di riposo e non solo, ma quando sei al servizio
del Popolo non ci sono orari. È ancora semi addormentata, quando afferra il
cordless accanto al comodino.
-Si… sono io… cosa? Quando… certo, arrivo
subito.-
-Che sta succedendo?- le chiede il suo
compagno, Steve Rogers, perfettamente sveglio,
-Succede che i guai arrivano sempre a
carrettate.- risponde Connie, vestendosi in fretta. -Non bastavano la nuova
mafia cinese rampante, con i suoi massacri o quel cecchino[3] a
complicare la vita di tutti, qualcuno ha fatto esplodere una bomba al Radio
City Music Hall.-
-Molti morti?- chiede ancora Steve.
-Non si ancora, io devo andare là, tu capisci
vero Steve?-
-Più di quanto tu creda, Connie. Resterò ad
aspettarti qui.-
-Ti ringrazio, a dopo.- gli schiocca un bacio
ed imbocca la porta. Steve rimane per un po’ pensieroso, poi, compone sul suo cellulare un numero
telefonico.
Franklin
“Foggy” Nelson è nella cucina del suo appartamento, mentre sta facendo uno spuntino notturno, quando
riceve la telefonata. Non ci vuole molto a capire che la situazione è
seria, il panino dovrà aspettare.
Il mio nome è Matt Murdock e sono un
avvocato, ma, quando indosso un certo costume rosso, la gente mi conosce col
nome di Devil l’Uomo senza. Paura. Sono cieco, anche se ho dei supersensi che
compensano la mia menomazione. Vivo in un mondo di suoni, odori e sensazioni
sempre troppo forti, solo una costante autodisciplina mi permette di escluderne
la maggior parte per evitare di impazzire, il rumore dell’esplosione non è di
questi; Sobbalzo improvvisamente, ritrovandomi in posizione seduta sul divano,
il vento che entra dalla finestra aperta mi porta nuovi odori e suoni, che
preferirei non udire. Anche Natasha l’ha sentito ed esclama:
-Matt! Cosa…-
-Silenzio.-
le intimo fin troppo bruscamente, mentre ascolto i suoni portati dal vento. Mi
alzo, e corro al terrazzo. Natasha mi segue. Sono passati solo pochi minuti da
quando siamo venuti insieme qui, a casa sua, e ci siamo ritrovati stretti l’uno
all’altra. Buffo, io e lei abbiamo enormi differenze in quasi tutto il nostro
stile di vita, ma queste sembrano sempre scomparire su un letto od un divano.
Non è il tipo di rapporto che voglio con una donna, però; in fondo sono
abbastanza all’antica da questo punto di vista. Natasha non è Karen, con lei
non c’era solo una perfetta intesa fisica, ma eravamo come una cosa sola, il
solo pensare a lei mi fa sentir male, eppure non posso e non voglio
dimenticarla..
Scaccio questi pensieri e torno a
concentrarmi. Natasha appoggia una mano sul mio braccio sinistro.
-Era
un’esplosione.- dice. Non è una domanda, ma una constatazione.
-Si.-
rispondo semplicemente, poi mi concentro. Anni fa, poco dopo che divenni cieco,
il mio mentore, Stick, mi insegnò a padroneggiare i miei sensi; non ho mai
capito come, ma funziona e questo mi basta. A poco a poco, strato dopo strato,
escludo tutti i rumori, tranne quelli che sto cercando.
-Sento grida
e pianti, uomini che gridano ordini, le ambulanze che arrivano, l’odore acre
del fumo…morti, molti, una bomba molto potente… un attentato, non un
incidente.-
-Andiamo?-
chiede la Vedova Nera
-Certo.-
rispondo, mentre mi calo il cappuccio sul volto, poi saltiamo nel vuoto, mentre
i nostri cavi ci sostengono.
3.
Quando arriva il giorno, è tempo di bilanci. Una vera strage, pensata e
pianificata con cura che è costata la vita a 47 persone, con un numero almeno triplo
di feriti. I supereroi residenti si sono fatti vivi, ma anche loro, non hanno
potuto far molto, i loro poteri quasi del tutto inutili, di fronte alla
sofferenza della gente.
Ora
bisogna trovare i responsabili a qualunque costo.
Quando
arrivo in ufficio, non ho bisogno di supersensi per capire
qual è l’argomento del giorno. Quasi tutto lo staff è nell’atrio a seguire gli
aggiornamenti sull’attentato, ma non ci sono grandi notizie, purtroppo.
Saluto
tutti e mi dirigo verso il mio ufficio, Becky Blake mi raggiunge mentre mi
metto a sedere alla scrivania e chiude la porta dietro di se.
Non fatevi
ingannare dall’aspetto di Becky, sembra una ragazza fragile, ma in realtà ha
una ferrea determinazione, la stessa che le ha permesso di superare l’handicap
di aver avuto la schiena spezzata per opera di un brutale violentatore
quand’era al college[4]
è per questo che l’ho nominata Amministratore dello Studio.
-Immagino tu voglia parlarmi Becky.- le dico.
-Puoi scommetterci Matt.- replica lei –Giuro che ci sono
delle cose di te che non riesco davvero a capire. Prima scompari per quasi due
settimane senza avvisare nessuno,[5] poi quando torni, la prima
cosa che fai è accettare un caso per un onorario ridicolo, che, a quanto pare,
coinvolge un supercriminale.-
-Presunto supercriminale.- replico -Non ci sono prove che Edward Freeman sia
Switch e non è questo il punto, dopotutto.-
-E quale sarebbe?-
-Curiosità. Freeman è innocente dell’omicidio di Fat Joe
Bernstein e credo che lo vogliano incastrare e poi… quei suoi bizzarri vicini
di casa…-
-Bizzarri?-
-Dovresti conoscerli per capirmi. La vista non occorre per
classificarli. Si sono autotassati per pagarmi e la cosa mi ha incuriosito.-
-E quando ti fai prendere dalla curiosità, non c’è niente da fare, lo so. Beh, che posso
dire? Non è un cliente che avrei scelto io, ma se ti serve una mano…-
-Grazie, Becky, ma penso che me la caverò bene anche da
solo, così non graverò troppo sul bilancio dello Studio.-
-Non essere sciocco, sai che non penso solo a questo. Quale
sarà la tua prossima mossa?-
-Ho chiesto un’udienza preliminare per discutere su alcune
prove, in attesa della convocazione del Grand Jury; ci sarà tra una settimana,
forse si concluderà tutto lì.-
-Convinto di vincere?-
-Ti dirò una cosa, Becky: Freeman è un dannato arrogante
figlio di buona donna con quasi nessun senso morale, ma sono convinto che non
ha ucciso quell’uomo e, visto che ho accettato il caso, farò tutto ciò che
posso perché non sia condannato e poi… ci sono altri sviluppi. Sono stato
informato, non chiedermi come, che ieri notte i testimoni dell’accusa sono
stati attirati in un agguato ed uccisi. La notizia è passata sotto silenzio,
dopo i fatti del Radio City, ma… beh qualcuno sta giocando con la vita di
quell’uomo e non mi piace.-[6]
-A proposito di ieri notte, che ne pensi?-
-Che non so cosa pensare, Becky, davvero. A volte penso che
tutto il mondo stia impazzendo, altre volte mi chiedo se non sia sempre stato
pazzo.-
Attentato terroristico. Due parole che bastano
a mettere in allarme un’intera città, un’intera nazione.La mattina è al termine
ormai, quando sui tavoli dei maggiori network e giornali nazionali e cittadini
arriva la tanto attesa notizia. È un videotape, naturalmente. Immagini fisse,
inquadrano sempre la stessa persona un uomo sui 60 anni, con barba bianca e
classico caffettano arabo. Le cose che dice sono spaventose per la semplicità
con cui le dice. Parla di una cosiddetta Fratellanza Islamica che intende
punire l’America per i suoi crimini contro la vera fede. La solita retorica sentita
più e più volte, ma in nome della quale c’è chi è pronto ad uccidere gli
innocenti. La guerra sa essere sporca, non lo nego, ma questo è molto peggio.
Scambio uno sguardo con Joseph “Robbie” Robertson che spegna la TV.
-Che facciamo?- chiedo.
-È una notizia,
Ben.- risponde Robbie –Detesto dare a quel bastardo il suo questo d’ora di
celebrità, ma noi siamo qui per informare il pubblico. Avrà la sua prima
pagina, e possa soffocarcisi.-
4.
Mi chiamano il
Gufo ed è un soprannome che porto con orgoglio. Negli ultimi tempi ho dedicato
le mie energie ad un progetto molto semplice: diventare il capo indiscusso
della criminalità newyorkese. Ho scalzato Wilson Fisk, Kingpin, dalla sua
posizione e nella gerarchia criminale, ho preso il suo posto e le sue
proprietà; il mio secondo passo è stato organizzare quelli che nella finanza si
chiamerebbero accordi di cartello con i vari capi delle molte mafie etniche che
operano in questa città, accordi per spartirci la Città e le zone intorno in
sfere di influenza libere da reciproche interferenze. Ho organizzato un vero e
proprio Consiglio d’Amministrazione del Crimine. Nel corso dell’ultima
settimana sono accaduti episodi che rischiano di distruggere l’equilibrio
faticosamente costruito e non posso tollerarlo.
-Signori…- mi rivolgo agli altri capi
criminali, riuniti con me in un’ampia
sala. Tra loro spiccano: Morgan Jr., Boss incontrastato di Harlem, Lev Sergeievitch
Rezkowitz, meglio conosciuto come Ranennyj, “il ferito”. il Pakhan[7] della Mafia Russa e Xiang Ho Lun, alias
Robert Xiang, Capo della Tong del Drago d’Oro di Chinatown. -…il problema è
grave e dobbiamo risolverlo in fretta. Questi Jong con il loro modo di agire
rischiano di mettere in pericolo gli affari di tutti. Quel brutto affare con lo
Scorpione ne è la prova. La questione da
risolvere è: dobbiamo agire noi o aspettare che siano l’Uomo Ragno o la Polizia
a risolvere la situazione?-
-Jo
crjede che noj duovrjebbe uccidere tuttj luori.- interviene Ranennyj. Quell’uomo
parla un inglese che fa rabbrividire, ma non si può dire che non vada dritto al
punto.
-Consiglierei
prudenza.- è Xiang a parlare -Agire precipitosamente può portare a risultati
peggiori del male che si vuole curare.-
Il problema dei comitati direttivi è
che si discute molto e non sempre si combina qualcosa, ma, in un modo o
nell’altro, una soluzione sarà trovata.
Nei giorni
che seguono, la notizia continua ad essere seguita dai Media di tutta la
nazione Nei TG e nei talk show personalità di vario genere dicono la loro con
toni più o meno enfatici. Dalla Casa Bianca, da Albany, da Gracie Mansion, le
indagini sono seguite con particolare cura. Una Task Force Anti Terrorismo
formata da Agenti Speciali dell’F.B.I., Investigatori della Polizia di Stato di
New York, Detective del Dipartimento di Polizia di New York City segue ogni
pista possibile per trovare gli autori dell’attentato. Alcune piste si rivelano
vicoli ciechi, ma altre sembrano decisamente più promettenti. L’imperativo è
uno solo: trovare i responsabili e processarli alla svelta. La svolta avviene,
improvvisa, ad una settimana dal fatto. Tre uomini vengono arrestati e portati
nella Prigione Federale di New York in attesa di comparire di fronte al
Magistrato. La caccia sembra finita.
Una giornata come tante in ufficio. Sto archiviando la pratica Freeman.
Ci sono cose che, temo, non capirò mai in quella storia. Ad esempio: chi era
quella tizia che voleva uccidere Freeman? E perché farlo evadere e rivelare a
tutti che è Switch proprio quando stavo per farlo prosciogliere? E quelle ombre
viventi, che i miei sensi non rilevano, chi e cosa sono? E quella ragazza che
calcia più forte di un mulo del Kentucky?[8]
Un sacco di domande a cui mi piacerebbe avere delle risposte, anche se non sarà
facile. Percepisco la sottile vibrazione prima di udire lo squillo e sono già
pronto a rispondere. La mia efficiente segretaria mi passa la telefonata.
-Salve Matt.-
mi dice una voce di donna all’altro capo del filo –Sono Sandra Dennis, la
direttrice della Capital Defense Lawyers Association.-
Uhm se l’Associazione degli Avvocati
specializzati nella difesa di indigenti accusati di crimini punibili con la
Pena di Morte ha deciso di chiamarmi, non è certo per ricordarmi che non ho
pagato la quota associativa annuale.
-Qual’è il
problema? – chiedo, dopo il consueto scambio di convenevoli.
-Non è il
caso che ti ricordi la storia del Radio City Music Hall, vero?- mi replica lei.
-No…Aspetta,
ho sentito che hanno fatto tre arresti, è uno di loro?-
-Si. Degli
arrestati, due sono cittadini di stati arabi ed il terzo è un cittadino
americano di origine libanese. Per quanto riguarda i primi due, non ci sono
molti avvocati disponibili a difenderli d’ufficio e se tu…-
-Non dire
altro. Sai già per quando è fissata l’udienza di Contestazione dell’Accusa?-
-Domattina
alle nove Davanti al Magistrato della Corte Federale.-
-Dammi i
nomi, ci sarò.-
Mr. Switch ed i suoi compari
dovranno aspettare un altro momento, sembra.
5.
<<Buonasera
signori e signore, qui è Joan Chen che vi parla dagli studi di “Dentro la
Notizia” Tra i nostri ospiti stasera abbiamo il noto Pastore Jeremiah
Wintergood, famoso per i suoi sermoni televisivi e per essere il fondatore
della Coalizione Morale, Reverendo vorremmo conoscere il suo parere sul recente
attentato al Radio City Music Hall.>>
<<Non è altro che l’ennesima prova che
l’immoralità ed il permissivismo dilagante hanno permesso che i valori
americani fossero sfidati da coloro che non credono nel vero Dio. La fibra
morale della nostra nazione deve essere rinforzata, io chiedo la suprema
punizione per gli empi peccatori.>>
La chiamano Udienza per la Contestazione dell’Accusa e, normalmente, è
poco più di una formalità, non abbastanza importante da giustificare la
presenza di un giornalista professionista come me, ma stavolta è diverso,
stavolta a comparire di fronte al Magistrato Federale saranno tre uomini
accusati di essere responsabili dell’attentato al Radio City Music Hall e
sembra che comparirà nientemeno che il Procuratore Federale in persona. Ironico
se pensiamo che con me c’è Candace Nelson, sorella di quello stesso
Procuratore.
-Foggy deve
consideralo davvero importante se compare lui in persona.- mi sta dicendo
Candace –Di solito a queste udienze non ci viene un Assistente?-
-Di solito si.-
rispondo –Ma tuo fratello ha sul collo il fiato della casa Bianca e
dell’opinione pubblica. Non dimenticare che uno dei morti era il figlio di un
Congressista e che, con quello che sta succedendo di questi tempi, questo è un
caso che scotta.-
Il Marshall impone il silenzio ed
entrano gli accusati, seguiti, subito dopo dal Magistrato
Li osservo, mentre vengono letti i
loro nomi: Ahmed Al Rashid 43 anni, cittadino dell’Arabia Saudita, un aria
dimessa e spaesata; Bahman Eshfandiari, 32 anni, cittadino Iraniano e Raymond
Haddad, 54 anni, cittadino americano di origine libanese. Nelson sembra
nervoso, sì tocca spesso il colletto, poi il Magistrato parla:
-Gli accusati
sono rappresentati da qualcuno?- chiede.
-Avvocato Gerald
Norton per Raymond Haddad, Vostro Onore.- dice, alzandosi in piedi, un uomo
corpulento con gli occhiali.
-Nessuno per gli
altri due accusati?- chiede ancora il Magistrato –Dovrò designare u difensore
d’ufficio, allora. Cancelliere mi passi la lista.-.
-Non ce n’è
bisogno Vostro Onore.- interviene una voce –Ci sono io.-
Tutti ci voltiamo verso il
cancelletto che divide l’area del Processo da quella destinata al pubblico ed
io sogghigno, mentre l’uomo dai capelli rossi e gli occhiali scuri avanza in
aula.
-Avvocato Matt
Murdock per la difesa.- afferma con voce stentorea.
Sul volto di Franklin “Foggy” Nelson
si disegna un’espressione di stupore mista a qualcos’altro, che, per un attimo,
mi sembra addirittura sollievo, anche se non capisco perché. Una cosa è certa,
però, questo processo potrebbe essere molto interessante.
FINE PRIMA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Che cosa dirvi? Quest’episodio, lo ammetto, non
è altro che un unico, solo, prologo, il cui scopo principale è stato
presentarvi lo scenario e riallineare la continuity di Matt Murdock a quella
delle altre serie in cui è comparso o è stato citato in questo periodo. Non
preoccupatevi, però, dal prossimo episodio vi prometto non solo Devil, ma anche
la Vedova Nera e, forse, anche qualcun altro in un intrigo che spero
apprezzerete.
Nel frattempo, un po’ di noterelle
non guastano -_^.
1) Gli eventi de “L’Uomo Ragno” #41 si svolgono
immediatamente prima ed in parte parallelamente allo scontro tra il “Devil
Giallo” e Bullseye nei panni del “Devil Ninja”, In UR #41 Il Ragnetto va in
cerca di Devil a Hell’s Kitchen, ma non riesce a trovarlo; più tardi, quella
stesa notte, mentre, sempre in Ur #41, l’Uomo Ragno affronta i Jong al porto,
Devil sconfigge Bullseye sui tetti di Hell’s Kitchen in Devil #31; il giorno
seguente, l’Uomo Ragno affronta lo Scorpione in UR #41/42 e la stessa sera,
Edward Freeman viene arrestato per l’omicidio di Fat Joe Bernstein in Villains
#20; Matt ricompare, finalmente, in Villains #20 e 21 e, dopo la macabra
scoperta al termine dell’ultimo racconto citato, riappare in Marvel Knights
#30, dove incontra la Vedova Nera e la segue a casa sua, che è dove lo
ritroviamo all’inizio di quest’episodio. Successivamente, nell’intervallo di
tempo tra la scena con il Gufo ed i suoi associati e quella nello Studio di
Matt, avvengono i fatti narrati in “Villains” #22 ed infine, si ritorna qui per
il gran finale. Come dite? È un po’ ingarbugliata la faccenda? Non vi do torto.
-_^
2) In quest’episodio, per gentile concessione di
Fabio Furlanetto, compare, sia pure brevemente, un personaggio da lui creato
per la serie “Villains”, ovvero: Lev Sergeievitch
Rezkowitz, meglio conosciuto come Ranennyj, “il ferito”, il Pakhan, vale a dire
il Padrino di una branca della Mafia
Russa con base a New York, personaggio pittoresco che scopriamo essere parte, e
non poteva essere altrimenti, del Consiglio dei Capi che amministra gli affari
criminali della Costa Est.
3) Un
tipo come il Gufo non poteva ignorare l’ondata di crimini particolarmente
violenti scatenata nei recenti episodi dell’Uomo Ragno, ma, per ora, nessun
provvedimento è stato preso dalla riunione dei capi per fermare i nuovi
arrivati e, molto probabilmente, non sarà nemmeno necessario.
4) Per
i due gatti che potrebbero chiederselo, preciso che a presiedere l’Udienza di
Contestazione dell’Accusa è il cosiddetto Magistrate Judge, un giudice di rango
inferiore, nominato per un periodo di 14 anni dai magistrati del Distretto
Giudiziario Federale per assisterli nei compiti giudicanti In questo e nei
prossimi episodi chiamerò questo tipo di organo giudicante Magistrato ed userò
il termine Giudice solo per i giudici propriamente detti.
Nel prossimo
episodio: i Tre debbono essere processati e condannati rapidamente, questo si
aspettano tutti, ma Foggy Nelson ha i suoi dubbi e Matt Murdock è convinto
dell’innocenza dei suoi assistiti. I due amici sono l’uno contro l’altro, ma
entrambi si aspettano che la giustizia trionfi e quando non ci sono altre
risorse, potrà Devil sbrogliare il bandolo della matassa? Potrete scoprirlo
solo leggendo il prossimo episodio.
Carlo
[1] La versione americana del nostro 113
[2] Vedi UR #40
[3] Vedi Punitore #12 e seguenti
[4] Come rivelato in Daredevil Vol 1° #173 (Fantastici Quattro, Star, #6)
[5] Dall’episodio #26 al #30, praticamente
[6] Tutto questo è, ovviamente, un riassunto del punto di vista di Matt sui fatti avvenuti in Villains #20/21
[7] Padrino in russo
[8] Si tratta di eventi avvenuti in Villains #22